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“Digital Made Simple” che in romagnolo significa “Capiamoci bene”.

Il progetto di Alfabeto Digitale che sta nella nostra promessa di valore.

L’oggi è fatto di sinergia tra uomo e macchina. Ogni comunicazione è possibile soltanto utilizzando il linguaggio giusto, con il giusto codice tra mittente e ricevente. In un oggi sempre più impregnato di trasformazioni ed evoluzioni digitali, abbiamo quanto mai bisogno di tradurre un linguaggio espresso da una macchina o relativo a una macchina.

Le soluzioni tecnologiche vogliono essere appunto soluzioni e non inghippi o bruschi stop dovuti a una comunicazione difficoltosa se non addirittura impossibile, perché manca un codice comprensibile.

Sviluppiamo software, progettiamo interfacce innovative, strumenti di analisi in grado di andare oltre la semplice rappresentazione di dati su grafici, applicativi di gestione dei processi produttivi, strumenti di automazione, applicazioni e vogliamo che in essi sia l’uomo a tornare al centro e le macchine, i dispositivi le app, siano appunto un supporto attivo e semplifichino davvero le operazioni delegate all’essere umano.

Per farlo, vogliamo capirci bene e tradurre ciò che maneggiamo ogni giorno per favorire questa sinergia uomo macchina, in qualcosa di chiaro anche per chi è ancora un po’ distante dal mondo delle tecnologie e restio alla trasformazione digitale in atto.

A come Artificial Intelligence.

Intelligenza Artificiale, AI, Artificial Intelligence. Ci stiamo solo girando attorno. In qualunque di questi tre modi vogliate chiamarla ci riferiamo sempre a qualcosa che è parte integrante del nostro quotidiano. Pensiamo solo all’assistenza vocale di cui ci avvaliamo attraverso Siri di Apple, Cortana di Microsoft oppure Alexa di Google, per la comprensione del linguaggio naturale (Nlp: Natural Language Processing).

Le parole che utilizziamo per descrivere le cose influenzano inevitabilmente la nostra percezione della realtà. In quest’ottica, anche lo stesso termine “Intelligenza Artificiale” può spaventare, un po’ come quando le prime carrozze furono definite “carrozze senza cavalli”.

L’Artficial Intelligence è quel ramo dell’Informatica (Computer Science) che “studia lo sviluppo di sistemi hardware e software, dotati di capacità tipiche dell’essere umano e in grado di perseguire autonomamente una finalità definita, prendendo delle decisioni che fino a quel momento erano affidate all’essere umano (rif. Definizione data dal Politecnico di Milano).

Gli algoritmi di AI sono definiti “Intelligenti” poiché sono progettati per l’autoapprendimento: elaborano cioè grandi quantità di dati, dai quali è il sistema stesso a dotarsi delle sue abilità di comprendere e ragionare, diventando così capace di svolgere un compito o un’azione prima deputate all’essere umano. È proprio il “come” questi algoritmi imparano che determina il modello di apprendimento definito Machine Learning o Deep Learning, che vedremo prossimamente.

Oggi, abbiamo a che fare con gli algoritmi di AI quando usiamo applicazioni che ci suggeriscono prodotti, brani musicali, ma anche quando ci troviamo a sbloccare accessi attraverso il riconoscimento del volto di una persona, o, ancora, smistare i documenti nel nostro computer in base al contenuto.

Dall’applicazione nel quotidiano a quella del quotidiano delle imprese, il passo è breve e, anche a livello aziendale, lo sviluppo dell’intelligenza artificiale è sempre più un valido aiuto nel contesto delle routine professionali. Gli impatti positivi già registrati nei processi aziendali, si annoverano nell’automatizzazione di compiti ripetitivi a basso valore aggiunto, ad esempio, che prima erano in carico alla persona, riducendo così il margine di errore. Altre soluzioni di Intelligenza artificiale riguardano i robot in grado di muoversi e manipolare oggetti per eseguire azioni specifiche, oltre che i sistemi di intelligenza predittiva.

Siamo solo all’inizio. Siamo osservatori privilegiati e attori direttamente coinvolti in queste evoluzioni e ogni giorno, nel nostro lavoro quotidiano in SPOT, ci misuriamo con applicazioni che possano aiutare persone e imprese anche grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale.